giovedì 6 novembre 2008

Le Pietre di Ica
Postato : Gio, 2008-11-06 07:54 da Staff



Il Perù conta molte antiche civiltà precolombiane fra cui i Chavin, i Moche, i Chima e gli Inca ed il sito più conosciuto della regione è senza dubbio la Piana di Nazca, con i suoi misteriosi e strani giganteschi disegni. Vi è comunque una cittadina, Ica, parte dell’antico impero Chincha, relativamente piccola, situata a nord di Nazca e a circa trecento chilometri da Lima, che suscita un particolare interesse per le sue "pietre" e non perché queste siano ciclopiche, ma perché inquietanti.
A Ica vi è una pietra di troppo, nel senso che sopra queste famose pietre ("Le pietre di ICA" - Edizioni Mediterranee) si trovano incise cose considerate fuori da ogni schema tradizionale e razionale, più appartenenti alla sfera dell'impossibile.
La notorietà delle pietre è del tutto casuale, come lo fu la loro scoperta. Sembra, infatti, che pur essendo conosciute fin dal 1626, stando alle cronache dello spagnolo Pedro Simon che ne parla nel suo libro "Noticias Historiales", conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi, per anni siano state considerate un prodotto dell’artigianato locale e vendute come souvenir ai turisti, o adoperate dai nativi come ornamento per le loro abitazioni.
Fu proprio per questo motivo che, un giorno del maggio del 1966, Javier Cabrera Darqea, medico, divenuto archeologo per hobby, ebbe in regalo, da un amico, una di queste pietre scure, sulla cui superficie vi era incisa la figura di un tipo di pesce sconosciuto. Una immagine attraversò la sua mente come un lampo e si ricordò di averne già vista un’altra, quella che fu ritrovata nel corso di alcuni lavori nella proprietà della sua famiglia. Chiese, quindi, all’amico dove l’avesse trovata e venne a sapere che le pietre erano vendute dai contadini di Ocucaje; chiunque poteva collezionarle in quanto si potevano raccogliere facilmente e in abbondanza nel vicino deserto.
Da quel momento iniziò a reperirle dai contadini, a ricercarle ovunque e ne collezionò quasi 15.000. Adesso costituiscono l’attrazione del suo piccolo museo personale.
Dalle sue ulteriori indagini, il medico venne a sapere che era stato il caso a portarle alla luce nel 1961, dopo che il fiume Ica era straripato, erodendo i versanti delle colline delle Haciendes di Ocucaje e di Callago, mentre erano conosciute da molti secoli dai nativi, che usavano porle nelle tombe, ritenendole portafortuna o rappresentazioni di divinità.
Le pietre sono di andesite, risalente a ottanta milioni di anni fa, di colore grigio a causa di un'ossidazione naturale; particolarità confermata anche dagli esami mineralogici che ne avvalorano l'autenticità. L'andesite è una roccia di fiume semi cristallina risalente al Mesozoico, durissima da incidere. Ve ne sono di svariate misure, da dieci centimetri a un metro di diametro.
Si parla dell'esistenza di cinquantamila pietre, sparse fra collezioni private, nel Museo di Cabrera, in quello Regionale di Ica e quelle che detengono i contadini e che vendono ai turisti; senza contare quelle riprodotte e quindi false. Di questo aspetto parleremo più avanti.
Su di esse si ammirano mappe stellari, che paiono di altri universi, percorsi da velivoli, o meglio "uccelli" meccanici con uomini che li cavalcano e disegni uguali a quelli impressi nella vicina piana di Nazca. Disegni abbozzati, come se gli autori mostrassero più cura verso il contenuto che alla forma, come a trasmettere un messaggio, l'elenco delle avanzate conoscenze in possesso di un antico popolo; e quello che pensa Cabrera è che si tratti di una "biblioteca" antichissima.
Per questo Cabrera, nel suo museo, le ha divise per argomento: Medicina, Astronomia, Astronautica, Animali preistorici, Antichi continenti, Flora e Fauna, Razze del pianeta, Grandi cataclismi, Esodo di uomini dalla terra.
Vi sono disegnati mammut, lama e cavalli con cinque dita, estinti da tempo; ma quello che meraviglia sono le numerose immagini dei dinosauri, che vissero nell'arco di settanta milioni di anni, nell’era Mesozoica iniziata 250 milioni di anni fa. 150 pietre, anche di grande mole, mostrano varie specie di questi colossi, compreso il Tirannosauro Rex; vi sono disegnati i cicli evolutivi dello stegosauro e di un triceratopo, provando che gli animali si riproducevano, contrariamente a quanto pensavamo, come gli anfibi, e del megachirottero, un grande pipistrello, risultato oviparo e non viviparo come da sempre si è creduto. Uomini dalla testa grande e membra esili, sono ritratti mentre li cavalcano e in atteggiamenti abitualmente adottati con gli animali domestici.
A riguardo ad Acambaro, nella Sierra Madre, in Messico, sono state rinvenute strane statuette che raffigurano uomini abbigliati in foggia orientale e provvisti di varie armi, in compagnia di animali preistorici.



Nel 1945 Waldemar Julsrud, commerciante tedesco, durante un giro a cavallo nel suo ranch trovò una figurina di ceramica rossastra di questo tipo. Il suo collaboratore indigeno in poco tempo riuscì a raccoglierne una quarantina; ben presto Julsrud ne collezionò 33.000. Raffigurano dinosauri, brontosauri, serpenti, cammelli, con personaggi diversi fra loro per i volti, la statura e il vestiario. Vi si osservano figure femminili che giocano con coccodrilli e stegosauri, in chiari atteggiamenti che si assumono nei confronti degli animali domestici.
Nel 1972 furono esaminate nei laboratori americani e datate al 2500 a.C.. Circa cinquemila anni fa però non esistevano i dinosauri e, cosa assai più misteriosa, nessuno sapeva che erano esistiti.
A confermare la convivenza delle due specie restano le impronte umane fossilizzate insieme a quelle dei dinosauri. Nel libro di M.Cremo "Archeologia Proibita" vi sono svariati esempi di tali ritrovamenti.
A Carson City, nel Kentuky sono state ritrovate impronte di piedi e di calzature in uno strato antico di 110 milioni di anni. A Laetoli in Tanzania, le tracce fossili umane sono mescolate a quelle dei dinosauri. A Macoupin nell'Illinois orme umane fossilizzate si trovano in uno strato del Carbonifero e risalenti quindi a 300 milioni di anni fa.
Nel Canyon Havasupai si trovano le pitture murali di un Tirex, nel Big Sandy River quelle di uno Stegosauro.
Nel Turkmenistan una impronta umana è accanto a quella di un animale preistorico. Dalla posizione delle impronte sembra che l'uomo stesse cacciando l'animale.
Nel letto del fiume Paluxy, in Texas, paleontologi dell'Università della California hanno considerato autentiche le tracce di impronte di dinosauri e di piedi umani.
Altre impronte umane fossili in Messico, Arizona, Texas, Illinois, New Messico, Kentucky e altri stati in rocce vecchie di 250 milioni di anni.
Nella stessa Ocucaje sono stati scoperti scheletri umani vicino a quelli di dinosauri.
Le incisioni esistenti sulle pietre sono state autenticate dai laboratori in Germania come estremamente antiche.
Ritrovamenti fossili e frammenti di ossa, presenti nel luogo del ritrovamento, indicano che l'area era antica di milioni di anni.
Molte pietre mostrano figure tracciate sulla piana di Nazca che Cabrera interpreta come un antico spazio porto.
Le acqueforti sulle pietre di Ica mostrano navi sospese in un campo elettromagnetico che sembra controllato da terra e dalla nave.
Solo nel 1543 Galileo concepì il telescopio con il quale scoprì quattro satelliti di Giove e dedusse che la terra ruotava intorno al sole e non viceversa. Questo gli procurò l'accusa di eresia e ne rispose al tribunale di Inquisizione di Roma. Sulle pietre di Ica gli uomini scrutano i cieli usando un cannocchiale.
Tutti conosciamo la teoria della deriva dei continenti, illustrata da Hapgood nel suo libro, a causa dello slittamento della crosta terrestre, quello dei ghiacci e quindi del polo sud che trasformò Atlantide nell'attuale Antartide. Sulle pietre carte geografiche del globo che presentano Atlantide, Lemuria e il continente americano scoperto solo nel 1492. I geologi, servendosi dell'aiuto del computer, hanno confermato che la forma dei continenti e delle terre emerse raffigurate nelle pietre riproducono con precisione la terra come era 13 milioni di anni fa.
Si può ipotizzare che una forma di vita intelligente, simile a noi, possa aver occupato il nostro pianeta milioni di anni prima dell'uomo; oppure l'uomo potrebbe aver avuto origine molto prima di quel che si pensa. Ipotesi non accettabili perché potrebbero invalidare quanto scritto e accettato.
Va anche segnalato che William Niven trovò un petroglifo nello Yucatan, in Messico, che riportava inspiegabili masse di terra nell'Atlantico e nel Pacifico; e il ricercatore James Churchward ritrovò una tavoletta tibetana che mostrava "due continenti sconosciuti". Quattro pietre ad Ica raffigurano gli emisferi della terra, fra i quali spiccano Atlantide e di Mu.



Nella cosi detta "pietra degli astronomi" si osservano due persone mentre studiano un fenomeno celeste con un telescopio. Un oggetto volante sale verso il cielo mentre tre comete cadono; vi sono ritratte stelle con un insolito brillio; un'immensa nuvola striata, che simboleggia la pioggia, segue la coda di una grossa cometa. I continenti appaiono semi sommersi mentre una stella precipita su quello che appare come un continente, oppure una grande isola.
È la chiara raffigurazione del grande cataclisma riportato in tutti i miti dei popoli che interessò il nostro pianeta migliaia di anni fa. Le prove concrete del suo verificarsi si trovano nello strato d'iridio presente nel suolo in notevole quantità, che denota proprio un incremento dovuto alla caduta di meteoriti e non alla sola attività dei vulcani. La fascia del minerale è ben di cinquanta centimetri, quindi è facile ipotizzare che un grosso asteroide, o uno sciame di asteroidi, o la coda di una cometa, abbiano incrociato la traiettoria della terra.
Cabrera crede che le pietre siano parte di una sofisticata biblioteca, lasciata in eredità da una civiltà svanita nel nulla, la cui avanzata conoscenza tecnologica includeva "uccelli meccanici" o astronavi e navi spaziali che si muovevano nello spazio utilizzando un tipo di energia a noi sconosciuta. Questo il motivo per cui su molte pietre si osservano le terre viste dall'alto.
Della stessa opinione il direttore del Museo che ne conserva ben quattrocento e il noto scrittore e ricercatore Charroux, secondo il quale si tratterebbe di una civiltà a metà fra uomini e sauri, perché sulle pietre vi sono raffigurati esseri diversi da noi e provvisti di coda. Cosa strana, sulle pietre si osservano anche animali comparsi molti anni dopo i grandi sauri e non tutti appartenenti alla fauna delle Americhe, quali struzzi, canguri, pinguini, cammelli e altri.
Le pietre rappresentano anche un vasto e autorevole trattato di chirurgia. Vi sono riportate, con dettagliati particolari, operazioni a cuore aperto, a polmoni e reni, trapianti di cervello, tagli cesarei, trasfusioni, rimozione di tumori, nonché l'agopuntura come forma anestetica. I disegni mostrano che si tratta di pratiche più avanzate delle nostre. Le figure evidenziano apparecchi di alimentazione cardiaca e strumenti chirurgici di estrema precisione, tali da far supporre una profonda conoscenza in materia da parte di chi eseguiva o dirigeva il lavoro.
Le pietre mostrano anche l'isolamento e l'estrazione di materiale cellulare presente in una donna in stato interessante; difatti il trapianto veniva effettuato in presenza di sangue di gestante per eliminare la possibilità di rigetto, processo da noi adottato solo dal 1980.
Le pratiche chirurgiche di quel popolo sono descritte sopra pietre di grande mole, fino a un metro di diametro, e illustrano la profonda conoscenza di cui erano in possesso. I corpi sono stati raffigurati in trasparenza in modo che possano essere visibili gli organi interni, a testimonianza dell’avanzata conoscenza e a sottolineare che la struttura fisica degli individui era uguale alla nostra.
Sulle pietre anche le fasi di un trapianto di cervello riuscito, cosa per noi assolutamente impossibile a causa del grande problema di ristabilire il suo funzionamento; infatti noi siamo in grado di mantenere le sue funzioni vitali ma non di unire il cervello trapiantato al bulbo rachideo, al midollo spinale, ai numerosi nervi presenti. Quell’antica civiltà, al contrario, vi era riuscita.
Inutile dire che riguardo a Ica si parla di falsi perché un agricoltore dichiarò di averne incise 15.000 da solo. Dichiarazione non molto attendibile in quanto dovrebbe aver inciso una pietra ogni giorno per quarantun anni per produrre quella quantità. È stato anche accertato che per realizzare 50.000 pietre incise con accuratezza occorrerebbero tantissimi anni di lavoro, anche lavorando giorno e notte, e molte persone. Inoltre i contadini sospettati di averle prodotte non erano intellettualmente in grado di poterlo fare.
Perché poi qualcuno avrebbe affrontato anni di duro lavoro per seppellirle e lasciare al caso il loro ritrovamento? È difficile fornire una spiegazione esauriente e razionale alla domanda. Chi era in grado di riprodurre su di esse il mondo come poteva essere tredici milioni di anni fa? Come e quando lo ha fatto?
Alcuni nativi riproducono tali pietre e le offrono come souvenir ai turisti, alimentando un piccolo commercio vitale per la loro sopravvivenza. Se qualcuno vende un oggetto autentico deve essere arrestato e pagare multe salate, cosa che i contadini non si possono permettere. È logico, quindi, pensare che siano state dichiarate tutte false per motivi di economia locale.
La scienza ufficiale comunque le considera false perché, se una sola pietra fosse dichiarata ufficialmente autentica, si dovrebbe rivedere tutta la nostra storia, ma molte sono quelle autenticate.
Le analisi condotte sui reperti le hanno classificate antiche di dodicimila anni, ma quello che vi è inciso sopra ci conduce in un passato assai remoto, attraverso i meandri del tempo e le finestre che si aprono su un mondo mai conosciuto, solamente immaginato.
Le pietre ci sconvolgono, ci inquietano, ci affascinano, ci fanno pensare; ed è l’ultima cosa che ognuno di noi vuole fare.

http://www.edicolaweb.net/edic072a.htm

fonte:nonapritequelportale.com

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