venerdì 14 novembre 2008

Scoperti artefatti alieni nel 1991?
Postato : Ven, 2008-11-14 07:59 da Staff


Alien artifacts discovered underneath crop circles

Se sarà mai confermata la genuinità della scoperta, la notizia è che, effettuando scavi sul sito di un cerchio nel grano apparso nel luglio del 1991, sarebbero stati rinvenuti, a 45 cm circa sotto terra e in tre posti diversi del cerchio, tre piatti, uno di oro puro, l'altro di argento puro e il terzo di bronzo puro, e su ognuno di questi tre piatti sarebbero rappresentati dei simboli identici ad alcuni pittogrammi dei cerchi stessi.

Purtroppo questa storia sembra essere scomparsa nel corso degli ultimi 16 anni e gli sforzi per dimostrare l'origine delle piastre sembrano essersi esauriti. Peccato davvero.

DA NONAPRITEQUELPORTALE.COM

lunedì 10 novembre 2008

UFO, NUOVO VIDEO INGLESE «RAGGI LASER SULLA TERRA»
Postato : Lun, 2008-11-10 07:52 da Staff



Un nuovo video di ufo sconvolge la Gran Bretagna. Due donne di Bristol, Shellie Williams, 20 anni, e sua madre Betty, 53, hanno filmato due oggetti violanti non identificati con un telefonino e li hanno partati al quotidiano "The Sun". Ma la scoperta più incredibile è avvenuta riguardando i filmati: i due ufo lasciavano partire verso la terra raggi di luce rossa.

«Abbiamo avuto paura - ha raccontato la ragazza - prima hanno cominciato a volare con un moto circolare, poi hanno lasciato partire i raggi». La torre di controllo del Bristol International Airport ha detto di non a ver riscontrato alcun tipo di "attività inusuale". Ma i filmati restano: una nuova frontiera della conoscenza sugli "unidentified flying objects" oppure un clamoroso falso?

Questo il video sulla pagina del "Sun".

domenica 9 novembre 2008

Wall Street: se i becchini diventano i dottori

Le ragioni dell’attuale crisi dell’economia globale sono state enunciate fin dall’alba del nuovo secolo. La mancanza di controlli, regole e responsabilità, risultato delle grandi deregulation degli anni ottanta e novanta, era attesa a produrre i suoi effetti fin dagli inizi del secolo e non ha mancato l’appuntamento. Poco importa che sovrane macchiette come Gasparri o Tremonti ora si travestano da nemici della globalizzazione per opportunismo politico e che lo stesso facciano i loro colleghi repubblicani negli Stati Uniti, non erano loro a sfilare per le strade di Seattle, Praga e Genova a cavallo del secolo. Loro semmai erano chiusi nei palazzi ad ordire l’uno rappresaglie cilene e l’altro magie contabili. L’attesa crisi è arrivata ed ora ci sono solo due possibili esiti, comunque di segno negativo. Un crollo repentino della fiducia e l’incapacità dei governi possono portare ad uno schianto epocale, al contrario la collaborazione di tutte le forze in gioco e il mantenimento della calma possono condurre ad un atterraggio più morbido simile ad una lenta agonia, ma più lento.

Quello che è certo è che la montagna di denaro virtuale costruita grazie alle magie finanziarie è destinata a trasformarsi in una montagna di debiti che peserà sulle generazioni future; negli Stati Uniti, in Europa, ovunque. Già oggi nessuna economia nazionale può dirsi al riparo dalla tempesta, tanto che anche la remota e minuscola Islanda sembra correre sul filo del default in stile argentino. Non c’è niente di esoterico nella crisi di questi giorni, la natura della quale è allo stesso tempo ideologica e criminale. L’ideologia che ha dato ossigeno alla grande corsa all’oro di carta la conosciamo benissimo. Discende dalle sciagurate imprese di Thatcher e Reagan, passa per le grandi istituzioni come il Fondo Monetario e la Banca Mondiale, per finire la sua parabola negli anni di governo di Bush, Blair, Berlusconi e Aznar.

In quegli anni l’astrattismo finanziario ha superato ogni record, il conflitto d’interessi è diventato la regola e ogni operatore economico ha coltivato aspettative di guadagni assolutamente irrealistiche. La finanziarizzazione dell’economia ha significato principalmente un brutale drenaggio di risorse verso i grandi casinò della finanza, fino a che molti business si sono trasformati in semplici fonti di finanziamento per operazioni sempre più complesse e volatili. Il lato criminale di queste attività risiede nelle diffuse complicità che hanno consentito di farsi beffe persino delle più elementari regole contabili.

A ruota delle parole d’ordine delle reaganomics, capaci definire l’istituzione della sanità pubblica come il primo passo verso il comunismo e la perdita della libertà, si è fatto largo il credo liberista, secondo il quale tutto doveva essere privatizzato ed affidato a mani capaci di farlo fruttare. Sono così stati privatizzati i servizi, le reti nazionali e i beni comuni che sono presto andati a costituire rendite di posizione nelle mani di pochi eletti. C’è voluto davvero poco perché dall’alto di posizioni dominanti l’elite economica decidesse di taglieggiare i cittadini di ogni continente per spremerne quanto più denaro possibile da investire poi nella grande giostra del turbocapitalismo. Coperti dal fragore della guerra all’Islam il governo americano, molti governi occidentali e asiatici hanno poi aperto le gabbie, favorendo il credito facile e su quello permettendo di costruire meccanismi simili a quello piramidale che bruciò l’Albania nel decennio precedente.

Ancora nel 2004 il Congresso americano, la borsa e le grandi banche premevano su Fannie Mae e Freddie Mac perché acquistassero e garantissero una massa sempre più ingente di mutui ad alto rischio. Una maniera di alimentare il sacro fuoco della finanza, ma anche di bruciare il proprio capitale, un keynesismo tutto nuovo (alla rovescia) che ha pompato risorse ai piani alti della finanza, prosciugando le tasche di tutti gli altri. Chiamarlo keynesismo potrebbe sembrare strano, ma è attraverso una lunga serie di provvedimenti legislativi che gli stati hanno dirottato risorse e ricchezze verso i mercati finanziari, legando le loro sorti a quelle delle borse. Mentre però la versione originaria prevedeva una ricaduta certa degli investimenti decisi dallo stato sulla società impedendo in ogni caso la perdita secca degli investimenti, gli investimenti stimolati dal keynesismo 2.0 di marca neo-liberista sono stati completamente bruciati nel tentativo di moltiplicarli all’infinito. E non poteva essere diversamente.

Mutui promossi dall’alto per sostenere una piramide che già allora si rivelava insostenibile, ma che trovò scampo temporaneo proprio nell’esplosione del credito facile anche livello individuale. Costruita una narrazione fascinosa quanto falsa, per la quale l’investimento immobiliare era destinato alla rivalutazione galoppante e perenne, s’instaurò un circuito relativamente virtuoso per il quale la grande domanda di immobili, spinta dal credito facile, alimentava i prezzi e l’illusione che il sistema fosse in grado di garantire felicità e profitti a chiunque. Anche nel nostro paese si è ballata questa musica e proprio durante il precedente governo Berlusconi abbiamo assistito alla grande orgia degli immobiliaristi e dei furbetti del quartierino, alla svendita dei servizi e alla privatizzazione di reti e beni comuni.

La finanza creativa di Tremonti era il perfetto equivalente del tentativo americano di raschiare il fondo del barile offrendo mutui a chiunque. Non a caso nel nostro paese la vendita di un ingente patrimonio immobiliare pubblico non ha minimamente calmierato il mercato immobiliare. Nonostante gli immobili pubblici siano stati immessi sul mercato a prezzi di saldo, il loro valore si è immediatamente moltiplicato a sostenere castelli di debiti molto più ingenti del valore di mercato degli immobili stessi. Il meccanismo adottato da Ricucci e compagnia è lo stesso che ha permesso, attraverso la costante sopravvalutazione dei valori immobiliari, di creare ricchezza virtuale destinata poi a dar vita alla grande bolla ed è lo stesso che ha sostenuto l’incessante valorizzazione degli immobili anche nel nostro paese. Un dato evidente drogato, stante la massiccia perdita di potere d’acquisto da parte della grande maggioranza dei cittadini italiani negli ultimi. Drogato dall’operare l’uno accanto all’altro di politici e grandi dell’economia.


Ovviamente la responsabilità della crisi non si esaurisce in coloro che hanno promosso i diabolici meccanismi in nome dell’ideologia liberista, ma si diffonde a ogni livello dell’economia, coinvolgendo banche commerciali e banche d’affari, le società di revisione contabile e i grandi mercati finanziari mondiali, tutti soggetti che si sono resi complici della più grande rapina di risorse ai danni delle comunità. Il mantra liberista è stato accolto con favore dalle elite di ogni latitudine e non poteva essere diversamente: come resistere ad un’ideologia che afferma con forza che il progresso economico passa attraverso il maggior arricchimento dei ricchi?

Ora a pagare saranno figure di secondo piano, funzionari ed amministratori, mentre i grandi sono seduti ai tavoli dove si decide il salvataggio delle economie. Molti dei politici, banchieri e finanzieri che negli anni scorsi hanno sbandierato il liberismo, ora si travestono da populisti seguendo l’esempio del partito Repubblicano americano. La retorica di Sarah Palin, candidata alla vicepresidenza per il GOP esprime l’espediente in maniera cristallina: l’economia è stata rovinata da “loro”, i signori dell’economia e “noi”, i demagoghi che accorrono ad indicare la via alle plebi, siamo diversi. Un’abiura decisa e netta degli ultimi trenta anni di politiche repubblicane, sostenute senza troppe difficoltà anche dalla controparte democratica, da tempo spalla inseparabile di un governo oligarchico saldamente alla guida degli Stati Uniti. Oligarchia che non potrebbe essere più evidente anche in Italia, dove l’uomo più ricco del paese controlla tutta l’informazione, una parte importante dell’economia e ha riempito il parlamento di suoi dipendenti e soci in affari.

La vittoria del liberismo sulle socialdemocrazie ha segnato l’inizio della fine nel momento esatto del suo trionfo. Al cedere delle istanze sociali il mondo della finanza ha avuto campo libero, si diceva qualche anno fa che l’immagine di questo liberismo si potesse riassumere nella frase “libera volpe in libero pollaio”, essendo fin troppo chiaro che la demolizione di limiti e regole poteva andare a vantaggio solo dei soggetti economicamente più forti.

Oggi il giocattolo si è rotto, perché il dare e l’avere dei conti economici non s’incontrano più. La concentrazione dei capitali si è fatta sempre più decisa, fino a prosciugare la fonte che alimentava la giostra. Ovunque nel mondo la classe media si è trovata stretta tra prezzi in aumento e retribuzioni sempre più misere, come limoni spremuti i cittadini comuni non hanno più la possibilità di alimentare il circuito e il loro impoverimento è stato il segare il ramo sul quale stava seduta la finanza mondiale. L’avidità incontenibile delle elite smarrite nella rincorsa a profitti sempre più rapidi ed elevati, si è dispiegata senza limiti fino a prosciugare le fonti del loro stesso sostentamento, quello stesso circuito virtuoso ha invertito il suo senso e ora trascina inesorabilmente al ribasso le economie.

Niente di esoterico, nessun Big Complotto, ma solo gli effetti prevedibili e previsti di politiche irresponsabili. In queste ore sentiremo molte prediche, dal Papa che approfitta della disgrazia per raccattare qualche anima al cattolicesimo in crisi, ai soliti sciacalli neri per i quali invariabilmente “é colpa degli ebrei”, fino a quelli che dopo aver provocato il disastro ora si offrono di rimediarlo. Questi ultimi, decisamente meno folcloristici degli altri, sono quelli veramente pericolosi. In realtà, come dimostra anche il piano Paulson non ci sono grosse idee su come uscire dalla crisi, anche se è chiarissima la richiesta d’aiuto della finanza nei confronti dei governi e delle casse pubbliche.

Sembra che l’unico modo per evitare un collasso dell’economia globale sia quello di trasformare i debiti privati, frutto di anni di operazioni selvagge e spericolate quanto redditizie, in debiti pubblici a carico dei contribuenti. Con una singolare conversione oggi tutti i soggetti dell’economia globale chiedono di socializzare le loro perdite, dopo aver preteso per anni la privatizzazione dei profitti.

L’unica via d’uscita praticabile sembra quella di un lento riallineamento dei corsi alla realtà economica sottostante, anni e anni di depressione economica provocata dal drenaggio di capitali che saranno destinati a pagare il conto della grande sbornia liberista. A pagare il conto saranno, come sempre in questi casi, i soggetti più deboli, quelli che già oggi non arrivano alla fine del mese. Per loro è facile prevedere un periodo di disoccupazione diffusa e di retribuzioni miserabili, visto che nessuno dei padroni dell’economia sembra ancora disposto a ripartire dal cittadino come base per la ricostruzione di un altro mondo possibile.

Gli stessi soggetti che hanno provocato il disastro si sono offerti di rimediarlo, ma è abbastanza chiaro che non sono disposti a pagare nessun prezzo in prima persona. Il piano Paulson nella sua prima stesura è stato esemplare in questo senso. Allo Stato, rinnegato negli ultimi anni, si chiedeva solo una montagna di denaro a ripianare i debiti senza offrire nulla in cambio, nemmeno una revisione di quelle regole (o della loro assenza) che hanno portato al disastro. Sembra incredibile, ma può accadere grazie alla profonda sovversione delle democrazie e al grande controllo esercitato sulle opinioni pubbliche da parte delle elite, anche nelle “grandi democrazie”, grazie al controllo dell’infosfera globalizzata e dei finanziamenti elettorali.

Un controllo ed una sovversione che però da soli non saranno in grado di arginare il panico e ammortizzare lo scoppio della crisi. Nessun discorso potrà mai oscurare la chiarezza di numeri che raccontano di come i settecento miliardi di dollari messi sul piatto del bailout statunitense siano una cifra insufficiente. Quando si voglia misurare l’abisso che si è spalancato salta immediatamente agli occhi che somma copre appena i buchi di Fannie Mae e della tedesca Hypo RE, una cifra che è l’equivalente a sua volta della somme dei deficit di Freddie Mac e del colosso assicurativo AIG. Tutti insieme non rappresentano che una parte del dissesto americano e una frazione modesta degli sbilanci che oggi animano le riunioni di decine di banche ed istituzioni finanziarie in giro per il mondo, in attesa di un “salvataggio” che eviti il loro fallimento e quello a catena di interi sistemi-paese.

Non è una situazione che possa essere affrontata fidando in chi ha già dimostrato di poter mandare in rovina compagnie centenarie per lucrare qualche milione di dollari, ma è esattamente quello che sta accadendo in queste ore ed è esattamente il motivo per il quale il panico monta attraverso i mercati internazionali. Servono soldi, serve liquidità, serve onorare i debiti, ma servirebbe più di tutto un piano d’azione serio, verosimile e sostenibile per ridare respiro ai mercati e guidare con mano salda la discesa agli inferi, in modo da renderla meno impattante sulle vite di miliardi di persone.

Un piano del genere è plausibile e praticabile, ma non vedrà la luce perché implicherebbe sostanziose transizioni di potere dall’economia alla politica, l’introduzione di limiti e controlli e il ritorno della mano pubblica in interi settori dell’economia. Una necessità imposta dal carattere sistemico di questa crisi, destinata a deflagrare proprio perché il sistema liberista, esclusivamente orientato al profitto, non può sopportare alcuna incrinatura del quadro ideologico che non consista nel versare nuovamente risorse pubbliche verso l’elite.

Questa è la grande sfida che pone questa crisi, un bivio di fronte al quale la scelta sarà tra un futuro nel quale le collettività dipenderanno più di prima dalle corporation finanziarie che hanno scatenato la crisi e un altro nel quale l’imprenditorialità e il gioco finanziario potranno esercitarsi solo all’interno di confini ben definiti, attraverso regole certe e procedure contabili trasparenti. Questo è uno di quei momenti della storia nei quali gli uomini dovrebbero sedersi insieme e disegnare il loro futuro: se il progetto sarà affidato ancora una volta a chi ha così clamorosamente fallito, possiamo scommettere amaramente che le regole del gioco cambieranno in peggio e che i disastri e la regressione sociale e civile siano solo all’inizio.

di mazzetta

sabato 8 novembre 2008

L'astrofisico Steinhardt convinto: Il Big Bang NON è l'origine dell'Universo.
Postato : Ven, 2008-11-07 19:42 da Staff



"Il big bang puo' non essere stato l'origine dell'universo, ma un momento, un evento periodico che si ripete ogni trilione di anni": e' la nuova teoria sull'universo ciclico che sta incontrando proseliti tra gli astrofisici, e che ieri è stata illustrata esaurientemente al Festival della Scienza di Genova dall'astrofisico statunitense Paul Steinhardt, che per la prima volta in Italia ha parlato del suo libro scritto con Neil Turok, "Universo senza fine" (in italia pubblicato da il Saggiatore e uscito nelle librerie il 23 ottobre scorso).

"La teoria classica del big bang, spiegazione sulla nascita del cosmo finora piu' accreditata - ha detto il professore dell'universita' di Princeton - si basa sull'idea che spazio e tempo abbiano avuto inizio 14 miliardi di anni fa. L'alternativa invece e' che esistessero gia' prima".

Steinhardt insieme al fisico dell'Universita' di Cambridge Neil Turok nel 2001 ha proposto per la prima volta al mondo scientifico la nuova teoria sull'universo senza fine. Secondo i due studiosi il bing bang non e' il momento germinale della storia, ma un evento ciclico coincidente con la collisione tra il nostro universo e un mondo parallelo.

"L'endless universe theory - ha continuato Steinhardt - risolve numerosi dubbi della teoria classica del big bang, unendo in un unico sistema la fisiche e le 'sacche' differenti in cui finora e' stato diviso l'universo. E' un'alternativa concreta in continuo sviluppo sulla nascita di pianeti, stelle e galassie. In questo momento il mondo potrebbe andare verso un nuovo big bang".

Fonte:
http://mysterium.blogosfere.it/2008/11/lastrofisico-steinhardt-convinto-il-big-bang-non-e-lorigine-delluniverso.html
Il Presidente Obama e gli UFO
Postato : Ven, 2008-11-07 19:45 da Staff



Il Presidente Eletto Obama, sembra avere poco interesse verso gli UFO o lo spazio esterno, ma questo può cambiare rapidamente.
Durante una discussione sulle affermazioni di Shirley McLaine dell'anno scorso in merito all'avvistamento UFO dell'ex Candidato Dennis Kucinich, è stato chiesto a diversi altri candidati cosa pensassero sugli UFO. Barack Obama riferì a Tim Russert della NBC News di essere più preoccupato per la qualità della vita delle persone sulla Terra che degli alieni spaziali.

Ovviamente preferendo concentrarsi sui problemi economici terrestri dei cittadini USA, Barack Obama ha mandato un forte segnale alla NASA, indicando di aver poco interesse a spendere miliardi di dollari dalle tasse, per l'esplorazione spaziale. E' rimasto col Senatore della Florida e l'ex Astronauta Bill Nelson al Kennedy Space Center la scorsa estate, per dichiarare che benchè continui a supportare "ricerca e sviluppo di base", vorrebbe trovare un modo per finanziare questo senza togliere finanze necessarie ai programmi per le persone sulla Terra.

Obama e altri democratici credono che le promesse fatte dal Presidente Bush sul futuro della NASA e dei programmi che riguardano la Luna e Marte, siano forti come retorica ma carenti in quanto a fondi. Nonostante il mandato sottolineato nel discorso famoso "Noi andremo sulla Luna.." che il Presidente John F.Kennedy fece alla NASA, il massimo che Bush e le varie incarnazioni del Congresso USA esistite durante la sua Amministrazione hanno fatto, è mandare all'agenzia spaziale pochi dollari per sviluppare i veicoli necessari per arrivare in tali posti.

A parte il fatto che grandi finanziamenti per i programmi spaziali sono stati difficili persino durante i tempi economicamente migliori dei recenti anni, è in dubbio che il Presidente Eletto Obama sarà motivato per fare di più che tenere le luci sulla NASA e permettere la continuazione dei piani correnti per la Stazione Spaziale Internazionale finchè non richiederà troppi fondi. La questione reale è cosa accadrà quando si insedierà come il 44° Presidente degli Stati Uniti.

Non immagino che ci siano stati troppi festeggiamenti al Pentagono dopo la vittoria di Obama delle Elezioni Presidenziali del 2008. Il Presidente Eletto Obama si sa che preferisce le soluzioni diplomatiche piuttosto che quelle militari. Se continuerà la strada del Presidente Jimmy Carter, per smantellare la CIA e tagliare la spesa militare di miliardi quando entrerà nell'ufficio, resta da vedere. Quello che sembra certo è che non tutti i Presidenti degli Stati Uniti ricevono la vera informazione sull'argomento ET. Carter cercò di averne dall'ex Direttore della CIA George H.Bush prima di rimpiazzarlo con un nuovo direttore, ma gli venne negato.

I tempi sono cambiati ed è possibile che Obama riceverà un briefing sugli UFO e gli Alieni, che l'ambiente militare o di intelligence lo voglia o meno. Dato il numero di avvistamenti UFO nel mondo dei passati anni e l'ovvia risposta militare per l'intercettazione con jet o elicotteri, Obama potrebbe entrare in uno show già in atto.

Se questo accade, potremmo vedere cambiamenti nell'attitudine di Obama verso gli UFO, gli Alieni e i Programmi Spaziali. Un improvvisa e inaspettata dipendenza nel militare, una carenza di interesse nel tagliare questi budget e una correzione nella sua visione politica, potrebbe essere un segno, ma probabilmente non il più grande.

Mi aspetterei da un politico come Barack Obama, il supporto verso il disclosure UFO date le possibilità diplomatiche e di relazione internazionale che tale mossa darebbe alla nostra nazione. Specialmente se si convincesse che gli extraterrestri visitano realmente il nostro pianeta e influenzano la nostra economia e tecnologia. Sapendo che non può creare questo cambiamento in una notte, Obama dovrebbe supportare il disclosure con la speranza di poter rivelare definitivamente le fonti di energia alternative e le nuove tecnologie che possono essere state sviluppate come risultato della cattura di tecnologia UFO.

Molti membri dello staff nel Partito Democratico hanno già affermato che sarebbe avvenuto una sorta di "summit" dopo la discussione dell'anno scorso in merito all'avvistamento di Dennis Kucinich. Comunque, molti di questi membri probabilmente non hanno le possibilità di capire cosa stia davvero avvenendo con gli ET e il nostro governo. La loro risposta potrebbero offrire una visione del soggetto che ad Obama non interessa.

Come Presidente, il disinteresse di Barack Obama sugli UFO potrebbe essergli di maggior aiuto rispetto all'interesse che ha avuto Bill Clinton. Bill e Hilary uscirono di strada cercando informazioni sugli extraterrestri durante il loro periodo alla Casa Bianca. Membri dell'esercito hanno fornito loro informazioni che negavano la realtà sull'incidente UFO di Roswell e la questione diventava insondabile mentre loro cercavano di rivelare il mistero UFO nell'Ufficio Ovale.

Penso sia possibile che alcuni insiders nel governo possano vedere il Presidente Eletto Obama in modo pulito date le sue affermazioni sul cambiamento. Al meglio, loro si fideranno di lui sul segreto UFO e si appoggeranno a lui per promuovere il disclosure e fornire una positiva guida in questa direzione. Al peggio, daranno a lui la loro personale versione della storia ET e useranno la sua abilità per mantenere il controllo su tutta la questione.

Fonte:
http://www.opednews.com/maxwrite/diarypage.php?did=10633

venerdì 7 novembre 2008

TeslaCar : FantapolitiK

La TeslaCar Roadster non è una macchina qualunque. Su diversi forum viene bollata come l'ennesima bufala come le tante che circolano sul Web, ma non è così. La Roadster esiste, ha un sistema di locomozione molto diverso dal normale, usa tecnologia e altro condito ancora da mistero.
1) Immaginate una berlina;
2) toglietele il motore e sostituitelo con un motore elettrico;
3) aggiungete un convertitore gravitazionale di energia;
4) equipaggiatela con una antenna per ricevere le onde elettromagnetiche;
5) mettetela in moto e raggiungerà i 140Km/h.
Questa, che ci crediate o no, era l'automobile di Tesla che funzionava. Nel 1931 Tesla trasformo una Pierce Arrow, un'automobile di lusso dell'epoca, in una macchina elettrica che utilizzava le batterie e le onde elettromagnetiche gravitazionali.
L'autista era Petar Savo, e nonostante stesse guidando quell'auto non era il responsabile delle sue incredibili caratteristiche. Poi racconta :
Arrivati a Buffalo, si recarono presso un piccolo garage dove trovarono la nuova Pierce-Arrow. Il Dr. Tesla sollevò il cofano e fece qualche regolazione sul motore elettrico a corrente alternata sistemato al suo interno. In seguito si recarono a predisporre gli strumenti di Tesla. Nella camera di un hotel delle vicinanze il genio dell'elettricità si mise a montare il suo dispositivo. In una valigia a forma di cassetta si era portato dietro 12 valvole termoioniche. Savo descrisse le valvole “di costruzione curiosa", sebbene in seguito almeno tre di esse siano state identificate come valvole rettificatrici 70L7-GT. Furono inserite in un dispositivo contenuto in una scatola lunga 61 centimetri , larga 30,5 e alta 15. Non era più grande di un ricevitore radio ad onde corte. Al suo interno era predisposto tutto il circuito elettronico comprese le 12 valvole, i cablaggi e le resistenze. Due terminali da 6 millimetri di diametro e della lunghezza di 7,6 centimetri sembravano essere le connessioni per quelli del motore.

Ritornati all'auto dell'esperimento, misero il contenitore in una posizione predisposta sotto il cruscotto dalla parte del passeggero. Tesla inserì i due collegamenti controllando un voltmetro.
"Ora abbiamo l'energia", dichiarò, porgendo la chiave d'accensione a suo nipote. Sul cruscotto vi erano ulteriori strumenti che visualizzavano valori che Tesla non spiegò.
Dietro richiesta dello zio, Savo mise in moto. “Il motore è partito", disse Tesla. Savo non sentiva alcun rumore. Nonostante ciò, coi pioniere dell'elettricità sul sedile del passeggero, Savo selezionò una marcia, premette sull'acceleratore e portò fuori l'automobile.
Quel giorno Petar Savo guidò questo veicolo senza combustibile per lungo tempo, per circa 80 chilometri attorno a Buffalo, avanti e indietro nella campagna. Con un tachimetro calibrato a 190 chilometri orari a fondo scala, la Pierce-Arrow venne spinta fino a 145 km/h , e sempre con lo stesso livello di silenziosità del motore.
Mentre percorrevano la campagna Tesla diventava sempre più disteso e fiducioso sulla sua invenzione; cominciò così a confidare a suo nipote alcuni suoi segreti. Quel dispositivo poteva alimentare le richieste di energia del veicolo per sempre, ma poteva addirittura soddisfare il fabbisogno energetico di un'abitazione - e con energia in avanzo.

Ho informato numerose testate nazionali sulla TeslaCar, diversi forum, ma pare che la novità non viene interpretata. Pare che la questione, in mezzo a focolai di guerra sempre accesi, interessi solo quando il mistero verrà risolto. Cioè la vera natura dell'energia utilizzata. Elettrica o gravitazionale e come?
Il problema, secondo me, è un'altro.
E' una guerra portata avanti fra i fautori della new economy o economia dei servizi, della rete, e la old economy, o economia dei prodotti, con i suoi sistemi piramidali.
Sono due sistemi che sono in rotta di collisione e, al centro una macchina o un sistema evoluto ancora carico di mistero. Mistero che rimarrà fino a che le forze del Bene e del Male non si lasceranno dal loro abbraccio mortale. Noi, spettatori di questo infinito mondo decadente aspetteremo sfogliando la margherita ...la vita è migliore? o sarà migliore?
Pubblicato da Leon
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tratto da fantapolitik
TeslaCar : FantapolitiK

La TeslaCar Roadster non è una macchina qualunque. Su diversi forum viene bollata come l'ennesima bufala come le tante che circolano sul Web, ma non è così. La Roadster esiste, ha un sistema di locomozione molto diverso dal normale, usa tecnologia e altro condito ancora da mistero.
1) Immaginate una berlina;
2) toglietele il motore e sostituitelo con un motore elettrico;
3) aggiungete un convertitore gravitazionale di energia;
4) equipaggiatela con una antenna per ricevere le onde elettromagnetiche;
5) mettetela in moto e raggiungerà i 140Km/h.
Questa, che ci crediate o no, era l'automobile di Tesla che funzionava. Nel 1931 Tesla trasformo una Pierce Arrow, un'automobile di lusso dell'epoca, in una macchina elettrica che utilizzava le batterie e le onde elettromagnetiche gravitazionali.
L'autista era Petar Savo, e nonostante stesse guidando quell'auto non era il responsabile delle sue incredibili caratteristiche. Poi racconta :
Arrivati a Buffalo, si recarono presso un piccolo garage dove trovarono la nuova Pierce-Arrow. Il Dr. Tesla sollevò il cofano e fece qualche regolazione sul motore elettrico a corrente alternata sistemato al suo interno. In seguito si recarono a predisporre gli strumenti di Tesla. Nella camera di un hotel delle vicinanze il genio dell'elettricità si mise a montare il suo dispositivo. In una valigia a forma di cassetta si era portato dietro 12 valvole termoioniche. Savo descrisse le valvole “di costruzione curiosa", sebbene in seguito almeno tre di esse siano state identificate come valvole rettificatrici 70L7-GT. Furono inserite in un dispositivo contenuto in una scatola lunga 61 centimetri , larga 30,5 e alta 15. Non era più grande di un ricevitore radio ad onde corte. Al suo interno era predisposto tutto il circuito elettronico comprese le 12 valvole, i cablaggi e le resistenze. Due terminali da 6 millimetri di diametro e della lunghezza di 7,6 centimetri sembravano essere le connessioni per quelli del motore.

Ritornati all'auto dell'esperimento, misero il contenitore in una posizione predisposta sotto il cruscotto dalla parte del passeggero. Tesla inserì i due collegamenti controllando un voltmetro.
"Ora abbiamo l'energia", dichiarò, porgendo la chiave d'accensione a suo nipote. Sul cruscotto vi erano ulteriori strumenti che visualizzavano valori che Tesla non spiegò.
Dietro richiesta dello zio, Savo mise in moto. “Il motore è partito", disse Tesla. Savo non sentiva alcun rumore. Nonostante ciò, coi pioniere dell'elettricità sul sedile del passeggero, Savo selezionò una marcia, premette sull'acceleratore e portò fuori l'automobile.
Quel giorno Petar Savo guidò questo veicolo senza combustibile per lungo tempo, per circa 80 chilometri attorno a Buffalo, avanti e indietro nella campagna. Con un tachimetro calibrato a 190 chilometri orari a fondo scala, la Pierce-Arrow venne spinta fino a 145 km/h , e sempre con lo stesso livello di silenziosità del motore.
Mentre percorrevano la campagna Tesla diventava sempre più disteso e fiducioso sulla sua invenzione; cominciò così a confidare a suo nipote alcuni suoi segreti. Quel dispositivo poteva alimentare le richieste di energia del veicolo per sempre, ma poteva addirittura soddisfare il fabbisogno energetico di un'abitazione - e con energia in avanzo.

Ho informato numerose testate nazionali sulla TeslaCar, diversi forum, ma pare che la novità non viene interpretata. Pare che la questione, in mezzo a focolai di guerra sempre accesi, interessi solo quando il mistero verrà risolto. Cioè la vera natura dell'energia utilizzata. Elettrica o gravitazionale e come?
Il problema, secondo me, è un'altro.
E' una guerra portata avanti fra i fautori della new economy o economia dei servizi, della rete, e la old economy, o economia dei prodotti, con i suoi sistemi piramidali.
Sono due sistemi che sono in rotta di collisione e, al centro una macchina o un sistema evoluto ancora carico di mistero. Mistero che rimarrà fino a che le forze del Bene e del Male non si lasceranno dal loro abbraccio mortale. Noi, spettatori di questo infinito mondo decadente aspetteremo sfogliando la margherita ...la vita è migliore? o sarà migliore?
Pubblicato da Leon
tratto da fantapolitik.com

giovedì 6 novembre 2008

Testo:
"Buongiorno a tutti.
Stavo scartabellando tra le mie carte che riguardando la P2, perché voi sapete che la P2 non dico che sta tornando, bisognerebbe presupporre che se ne sia mai andata e in realtà è sempre stata qui e lotta sempre insieme a noi.
Forse sarebbe interessante capire le ragioni della preoccupazione di alcuni a proposito del ritorno di Licio Gelli in televisione al posto di Aldo Biscardi - l'evoluzione della specie è notevole - e che cosa fosse la P2.
Purtroppo chi è nato dopo il ritrovamento delle liste ne ha sentito parlare ma non ha vissuto quel clima.
Ricordo che le liste della P2 furono ritrovate negli uffici di Castiglion Fibocchi del venerabile maestro Licio Gelli nel marzo del 1981 dalla guardia di finanza, mandata da due magistrati milanesi, Giuliano Turone e Gherardo Colombo.
Che cos'era la P2, anzitutto? Era una loggia partita regolare del Grande Oriente d'Italia, divenuta border line e alla fine, dopo la scoperta di quello che aveva combinato, addirittura sconfessata dal Grande Oriente d'Italia.
Licio Gelli fu considerato un deviazionista rispetto alle regole: era una loggia non soltanto riservata ma super segreta.
Era una loggia "atlantica", cioè di fedelissimi dell'alleanza atlantica e quindi molto gradita agli Stati Uniti: Gelli presenziò ai festeggiamenti per l'elezione di Carter, quindi dell'elezione di un Presidente del Partito Democratico, era molto legato ai generali argentini e ai dittatori del Sudamerica.
Ai tempi della guerra di liberazione in Italia era contemporaneamente fascista e antifascista, naturalmente si fingeva antifascista ma svolgeva il ruolo di doppiogiochista che poi è sempre stato il suo.
La P2 non era affatto un'organizzazione eversiva nel senso che volesse rovesciare l'ordine costituito: in realtà voleva conservare e stabilizzare l'ordine costituito.
Non a caso il Piano di Rinascita, racconta Gelli, era un po' il programma politico-istituzionale stilato da Gelli e dai suoi consulenti alla fine degli anni Settanta, in gran segreto.
Fu consegnato al Capo dello Stato di allora, Giovanni Leone, e Gelli era intimo di molti uomini politici come Andreotti, incontrò spesso Claudio Martelli, ebbe rapporti con Bettino Craxi.
Non era affatto un'avversario dell'ordine costituito per rovesciarlo: era una loggia eversiva in quanto, per conservare e cristallizzare lo status quo era disposta a svuotare dall'interno la Costituzione e la democrazia italiane per trasformarle in qualcosa d'altro, in un modello di Stato autoritario moderno sempre governato dagli stessi: Democrazia Cristiana, Partito Socialista e alleati e impedire l'avvento dei comunisti.
Questo era il suo scopo: leviamoci dalla testa che volessero rovesciare lo status quo per metterci qualche militare.
Assolutamente no, non ce n'era bisogno: tentavano di mantenere le cose come stavano impedendo quel ricambio al vertice del governo che avrebbe potuto finalmente regalare anche all'Italia un'alternanza e quindi bonificare un po' l'aria fetida che si respirava negli stessi palazzi dopo 50 anni che erano occupati dalle stesse persone.
Questa è la premessa.
Qual era il Piano di rinascita democratica? Oggi va così di moda ma soltanto perché Gelli l'altro giorno ha ripetuto quello che aveva già detto a me, in un'intervista che gli avevo fatto per il Borghese di Daniele Vimercati e poi aveva ripetuto a Concita De Gregorio in una famosa intervista di quattro anni fa a Repubblica: "il Piano di Rinascita è ormai il modello seguito dal centrodestra e da una parte del centrosinista.
Non c'è più bisogno di tenerlo nascosto, perché tutti dicono le stesse cose che dico io ma lo dicono pubblicamente mentre io ero costretto a nascondermi" a fare tutto "aumma aumma".
Non è un caso se il Piano di Rinascita fu ritrovato, credo nel 1983 se non ricordo male, per puro caso durante una perquisizione a Fiumicino nel doppio fondo della valigia della figlia di Gelli.
Non era un documento pubblico, non circolava, non veniva annunciato e proclamato in televisione: oggi invece è stato completamente sdoganato e anzi Gelli, sia a me che a Concita De Gregorio disse che aspettava il copyright da coloro che lo stavano copiando e si chiedeva "perché a me davano del golpista mentre adesso i politici, da D'Alema a Boato - era il periodo della bicamerale quando lo intervistai - a Berlusconi ovviamente sono dei sinceri democratici. Voglio il risarcimento dei danni e i diritti d'autore".
Il Piano di Rinascita Democratica era appunto la trasformazione della democrazia costituzionale italiana, l'involuzione dall'interno per svuotarla mantenendo le parvenze di uno Stato democratico.
Non c'è più molto tempo, lo trovate naturalmente su internet il Piano di Rinascita Democratica.
E' databile intorno al 1976 ed era accompagnato da un memorandum, dice Gelli: "sullo stato della Nazione, il nostro punto di vista sull'andamento generale del Paese", ed era ovviamente il Paese scosso dai movimenti studenteschi, dall'ascesa del Partito Comunista.
Questa era la ragione per cui bisognava cristallizzare il sistema.
Si parlava di ritocchi alla Costituzione, ma fondamentalmente era il tentativo di lasciarla come tappezzeria e grattare via tutto quello che c'era dietro: i partiti politici democratici andavano sostenuti, i giornali andavano infiltrati.
Si pensava di pagare alcuni giornalisti per ogni giornale per fare da punti di riferimento e diffondere le disinformazioni che la P2 voleva diffondere.
In realtà poi avete visto che si può ottenere lo stesso risultato gratis, ci sono miei "colleghi" che si prestano anche senza pagarli.
La Rai TV va dimenticata, questo è molto importante; i sindacati vanno spaccati in modo da prendere la CISL e la UIL e alcuni autonomi, separarli dalla CGIL e portarli, anche pagando il prezzo di una scissione, sulle posizioni del governo, cioè trasformarli in sindacati gialli.
Guardate cosa succede non tanto con Alitalia quanto con il contratto del pubblico impiego e vedrete che anche da questo punto di vista Licio Gelli non può che essere molto soddisfatto.
Il governo va ristrutturato, la magistratura ricondotta alla funzione di garante della corretta applicazione delle leggi - poi vediamo cosa vuol dire - il Parlamento deve essere più efficiente.
Ma più efficiente nel senso che non rompe le palle al governo, esattamente al contrario della funzione che hanno i parlamenti nelle democrazie e anche nelle monarchie costituzionali, cioè quello di essere il primo controllore del governo.
Pagare i giornalisti...
Politica: costituzione di un club, di natura rotariana, per l'eterogeneità dei componenti dove siano rappresentati ai migliori livelli operatori imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati nonché pochissimi e selezionati uomini politici.
Dei club, esattamente come Forza Italia fece nel 1994 quando nacque.
Dei club, non delle sezioni: non un partito democratico con i congressi. Dei club dove si mettano insieme, proprio in forma massonica, persone che vengono da mondi diversi e che di solito dovrebbero stare in mondi diversi perché magari gli uni devono controllare gli altri.
Ecco, li si mette tutti intorno a un tavolo.
Naturalmente Gelli, un po' ingenuo - questo è l'aspetto più datato del Piano di Rinascita - diceva: "gli uomini che ne fanno parte devono essere omogenei per modo di sentire, disinteresse, onestà e rigore morale".
Questo, diciamo, è stato superato. Se voi guardate Forza Italia oggi, se dovessero rispettare questi parametri si svuoterebbe il partito, il Club. Ma non solo Forza Italia, avete ben presente da chi è composto una bella fetta del Parlamento Italiano.
Dunque nei confronti del mondo politico occorre selezionare gli uomini fedeli e quindi cava dei nomi: Mancini, Mariani, Craxi per i socialisti; Visentini e Bandiera per i repubblicani; Orlandi e Amidei per i socialdemocratici; Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia per la democrazia cristiana; per i liberali due che non conosciamo Cottone e Quilleri; per la destra nazionale, una scissione favorita da ambienti piduisti e andreottiani nei confronti del Movimento Sociale per avvicinare una parte degli ex fascisti alla DC che aveva bisogno di voti in Parlamento.
Acquisire alcuni settimanali di battaglia; Berlusconi poi acquisirà addirittura la Mondadori grazie alla sentenza di un giudice comprato da Previti.
Coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso un'agenzia centralizzata; coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa locale.
Queste sono proprio istruzioni per la nascita di Canale5 che è iniziata come TV via cavo a Milano2 poi è diventata via etere Canale 5 e consorziò in un network televisioni regionali che trasmettevano in simultanea come poi fecero Italia1, che Berlusconi comprò da Rusconi, e Rete4 che comprò da Mondadori, questo succedeva all'inizio degli anni Ottanta.
Indicazione di Gelli preziosissima, profetica: coordinare molte TV via cavo.
Dissolvere la Rai TV in nome della libertà di antenna: vedete che di passi avanti se ne sono fatti, ormai la Rai TV che all'epoca era la televisione pubblica quindi la più guardata, adesso si spartisce il mercato dell'audience fifty fifty con Mediaset mentre il mercato pubblicitario è un terzo Rai e due terzi Mediaset.
Magistratura: si pensava di procedere per gradi, non si pensava di poter fare tutto insieme.
Gelli era un minimalista, era un po' troppo prudente: "qualora le circostanze permettessero di contare sull'ascesa al governo di un uomo politico o di una equipe in sintonia con lo spirito del club, è chiaro che i tempi sarebbero più rapidi", scrive Gelli.
Non gli veniva nemmeno in mente che un affiliato alla P2 potesse diventare presidente del consiglio, invece vedete che ci siamo riusciti già tre volte!
Berlusconi, tessera P2 1816, grado apprendista muratore, è al governo per la terza volta e se non fosse stato per Odeon TV che ha portato in televisione Gelli nessuno avrebbe ricordato che Berlusconi stava nella P2.
Avevamo rimosso tutti, soprattutto la cosiddetta opposizione del Partito Democratico che di P2 proprio non parla. Non parlano nemmeno di conflitto di interessi, figuriamoci di P2.
Meno male che c'è Odeon che porta in televisione Gelli, ed è una specie di promemoria per tutti.
Io infatti sono favorevole alla trasmissione di Licio Gelli, non capisco le polemiche: in TV vediamo molto peggio di Gelli.
Vediamo intanto molti suoi seguaci, come fra un attimo vi dirò, e soprattutto almeno lui quando va in televisione parla di cose che conosce, è persona informata sui fatti quindi bisognerà seguirlo con attenzione.
Ordinamento giudiziario: responsabilità civile per i magistrati. Sapete che minacciare il magistrato che nel caso in cui uno arresta una persona perché ci sono dei gravi indizi e poi quella per mille motivi viene assolta, ne abbiamo parlato settimana scorsa a proposito di Mannino, se il magistrato è chiamato a pagare di tasca sua per il fatto che un suo collega ha deciso diversamente da lui, e non stiamo parlando di un errore giudiziario ma di una diversa interpretazione di elementi concreti, qual è il risultato?
Che non arresteranno mai più nessuno potente.
Non metteranno più le mani su nessuno che poi sia in grado di far loro pagare il cosiddetto errore, che in realtà è una diversa interpretazione di elementi assodati.
Divieto di nominare sulla stampa i magistrati, così uno li può mandare via più facilmente.
Pensate: Forleo e De Magistris li hanno mandati via ma almeno abbiamo potuto sapere che cosa era successo, chi erano, che cosa avevano fatto, quali erano i meriti in base ai quali venivano cacciati.
Invece qui vietano proprio di nominare il magistrato, in modo che li mandi via e i giornali non possono più scrivere niente.
E' una proposta che ha ripreso Feltri recentemente.
Modifiche alle norme sugli accessi alla carriera: come entrano i magistrati, chi entra in magistratura? Esami psicoattitudinali preliminari. Chi li fa? Qualche incaricato del governo.
La riforma Castelli prevedeva esami psicoattitudinali, quindi anche li Gelli era stato assolutamente profeta.
Eppoi, andando avanti, si chiedeva la modifica dei regolamenti del Parlamento per rendere più veloce l'approvazione delle leggi volute dal governo.
E' quello che chiede Berlusconi che si lamenta sempre che in Parlamento si perde tempo perché per lui discutere vuol dire perdere tempo, infatti Gelli parla di "tendenze assemblearistiche" del Parlamento che vanno bloccate.
Poi un po' di altre regole per la magistratura comprese, attenzione, la responsabilità del Ministro della Giustizia nei confronti del Parlamento sull'operato delle procure.
Le procure controllate dal ministro che è responsabile di quello che fanno e riferisce al Parlamento cosa fanno i pubblici ministeri.
I pubblici ministeri che prendono gli ordini dal ministro della giustizia, una cosa dell'altro mondo.
Infatti lui segnava prudentemente "modifica costituzionale".
Riforma del Consiglio superiore della Magistratura, anche questo deve essere responsabile nei confronti del Parlamento.
Anche il cosiddetto autogoverno in realtà dipende dal Parlamento, cioè dai partiti. E' esattamente la direzione verso la quale stiamo andando.
E infine, riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito della promozione dei magistrati.
I magistrati selezionati per merito, chi decide chi è meritevole per andare avanti in carriera? Ovviamente governo o Parlamento.
Addirittura esperimento di elezione dei magistrati fra gli avvocati con 25 anni di funzioni, che ne so Taormina, Pecorella, cose di questo genere.
Separazione delle carriere: nella bicamerale si andò addirittura al di là con le bozze Boato che tanto erano piaciute a Gelli. Diciamo bozze Gelli-Boato votate da tutti i partiti tranne Rifondazione nel 1998.
Si era pensato addirittura a un doppio CSM, uno per i PM e uno per i giudici, esattamente quello che propone Angelino Jolie, detto Alfano, nella futura riforma della giustizia.
Infine, e questo è l'aspetto più positivo del Piano di Rinascita, si parlava di una legislazione di antimonopolio sul modello Stati Uniti.
Cosa vuol dire? che se fosse stato approvato così com'era il Piano di Rinascita oggi Berlusconi non potrebbe essere il monopolista della televisione commerciale.
Almeno un vantaggio l'avremmo ricavato.
Insomma, il Piano di Rinascita in quella parte era addirittura più ardimentoso e coraggioso del centrosinistra, che infatti non ha mai voluto nemmeno sfiorare i monopoli di Berlusconi, anzi glieli ha sempre custoditi con cura.
Questo per dire che Gelli era molto prudente, se confrontato con quello che si può dire e fare oggi.
Del resto, e qui veniamo all'ultima parte del Passaparola di oggi, non c'è soltanto Gelli in circolazione. Gelli diffonde i suoi ricatti, le sue allusioni, le sue strizzatine d'occhio eccetera.
Ma è una notizia il fatto che faccia notizia. In questi anni abbiamo sentito dire le stesse cose che dice lui, ma se le dice qualcun altro allora va bene.
Io mi domando sempre come possiamo scandalizzarci se Gelli ha un programma in una piccola televisione, mentre non ci scandalizziamo se il suo allievo prediletto è a Palazzo Chigi.
Eppure dice e fa delle cose che nemmeno Gelli si era mai sognato di dire o fare.
E non è dei piduisti, Gelli, l'unico in attività. Io non sono per le epurazioni, bisogna valutare caso per caso, ma è interessante sapere quali sono i personaggi che facevano parte della loggia P2.
Perché se uno viene a sapere chi sono, almeno si può regolare e può cercare di capire per quale motivo stanno ai posti in cui stanno.
In ordine alfabetico, ve ne cito soltanto qualcuno: Silvio Berlusconi, tessera 1816, versamento quota - pagava anche l'iscrizione - 1978, primo grado apprendista.
Chi l'aveva presentato a Gelli? Roberto Gervaso.
Fabrizio Cicchitto, tessera 2232, domanda di iscrizione autografa, tessera sospesa per mancanza di foto. Questo c'era scritto.
Ora Cicchitto è capogruppo del Popolo delle Libertà alla Camera e parla tutte le sere nei principali telegiornali. Perché lui si e Gelli no?
Era nella sinistra socialista, che quando il povero Riccardo Lombardi scoprì che uno dei suoi allievi prediletti stava nella P2 lo mise alla porta e lo fece piangere.
Maurizio Costanzo, tessera 1819 - era a tre posizioni di distanza dalla tessera di Berlusconi - ma lui era di terzo grado: maestro. Era il più alto in grado sotto Gelli.
Mentre Berlusconi era solo un apprendista muratore.
Questa è l'intervista che Costanzo fece sul Corriere della Sera a Licio Gelli: "Parla per la prima volta il signor P2, il fascino discreto del potere nascosto".
Una foto di Garibaldi, una foto di Cagliostro.
Questa invece è l'intervista che Costanzo qualche giorno dopo fece a un altro piduista famoso, Silvio Berlusconi, sempre sul Corriere della Sera che guardacaso era controllato dalla P2 tramite gli editori Tassandin, il direttore Franco Di Bella e Umberto Ortolani che era il braccio destro di Licio Gelli.
Donelli Massimo, tessera 2207, grado primo apprendista muratore anche lui. Bene, questo Donelli è molto importante oggi, è il direttore di Canale5.
Capito?
Pubblio Fiori, non è più in Parlamento quindi ne parliamo alla memoria, ma anche lui stava nella P2, poi era nella DC, poi in Alleanza Nazionale, poi ha fondato una delle tante nuove Democrazie Cristiane che ci sono.
Roberto Gervaso, quello col farfallino che vedete su Rete4, era addirittura maestro come Costanzo ed era un reclutatore, fu lui a mettere in contatto Berlusconi con Licio Gelli.
Nella lista di Gelli c'era anche Enrico Manca, un altro socialista. Lui però ha sempre negato, è riuscito addirittura a vincere una causa contro Galli Della Loggia che l'aveva descritto come piduista ma registriamo il fatto che nella lista c'era anche lui e oggi sta nel centrosinistra e ha un centro studi per valutare la qualità dei programmi televisivi ed era, ai tempi, presidente della Rai.
Antonio Martino, è parlamentare di Forza Italia, ex ministro della difesa e ancora prima degli esteri. Antonio Martino aveva fatto domanda di iscrizione alla P2 ma non ebbe il tempo di ricevere la tessera perché nel frattempo furono trovate le liste e rimase con le mutande in mano.
Rolando Picchioni, tessera 2095, grado primo apprendista. Anche lui era un deputato andreottiano, sottosegretario, poi è diventato presidente del Salone del Libro di Torino.
Oggi è una delle persone più importanti della città di Torino.
Duilio Poggiolini, tessera 2247, era il direttore del ministero della sanità, coinvolto in tangentopoli, uscito due anni fa dal carcere grazie all'indulto.
Angelo Rizzoli, era l'ultimo erede della dinastia dei Rizzoli, la grande dinastia degli editori milanesi, che fu pure in galera per il fallimento della Rizzoli, che passò di mano, e oggi ha una bella e avviata casa di produzione che lavora per RaiFiction.
C'era Vittorio Emanuele di Savoia, tessera 1621.
C'era Gustavo Selva, tessera 1814, quello che stava in Alleanza Nazionale e che l'anno scorso per andare in uno studio televisivo ha preso un'ambulanza fingendosi moribondo.
C'era, infine, Giancarlo Elia Valori, fascicolo 0283, che fu espulso per indegnità da Licio Gelli. Un caso più unico che raro, uno ritenuto indegno di stare nella P2. Giancarlo Elia Valori, chi sta a Roma lo sa, è stato presidente delle Autostrade, vicepresidente della SME, boiardo dell'IRI e presidente dell'unione industriali di Roma.
E' un personaggio molto importante e influente, molto trasversale, molto amato sia a destra che a sinistra.
Nella lista della P2 c'erano anche 13 magistrati che furono sanzionati dal Consiglio Superiore ma non tutti mandati via: ce n'è uno a Roma che si chiama Giuseppe Renato Croce che è alla sezione delle esecuzioni immobiliari del Tribunale di Roma.
Qualche anno fa chiese più volte l'archiviazione per un processo che stava molto a cuore a Dell'Utri contro un giudice che stava giudicando Dell'Utri in Cassazione e aveva confermato la condanna definitiva per frode fiscale.
Anche lui stava nelle liste, tessera 2071, iscrizione 1979.
Questo è in pillole il quadro della P2. Oggi non c'è più la P2, restano i piduisti.
Qualcuno dirà a volte ritornano: no direi a volte rimangono!
Quindi, domandiamoci come mai negli Stati Uniti stanno per eleggere un Presidente che, chiunque sia Obama o McCain, è nuovo, fino all'anno scorso ignoto alle cronache politiche e noi siamo ancora qua, nel 2008, a rimestare con i Cossiga, con la strategia della tensione, con gli Andreotti marmorizzati in televisione come abbiamo visto ieri, con i Licio Gelli imbalsamati.
Per quale motivo da noi il passato non passa mai?
Passate parola."

Passarola.www.beppegrillo.it
UFO, Guglielmo Marconi e “Raggio della Morte”: il “Cover Up” degli anni ‘30
Postato : Mar, 2008-11-04 19:38 da Staff





Un lettore affezionato del nostro sito (NDR del sito centroufologicotaranto.wordpress.com ), di nome Francesco (omettiamo il cognome per la privacy) ci segnala un articolo interessante e divulgativo, sul caso UFO del 1933, quel famoso disco volante che sarebbe caduto nei pressi di Milano e di cui Mussolini (e non solo) erano a conoscenza. Il famoso “Gabinetto RS-33″ e la censura dei servizi segreti dell’epoca sulla possibile scoperta di Gugliemo Marconi del “Raggio della Morte”. Ecco l’articolo in questione. Ringraziamo il nostro affezionato lettore per la segnalazione:

Se pensiamo alle origini dell’ufologia moderna, ci viene spontaneo pensare agli Stati Uniti ed ai primi episodi degli anni ‘50. In realtà ben prima di tutto questo, in Italia, inizia il fenomeno dello studio da parte del Governo, degli oggetti volanti non identificati.Tutto iniziò il 13 luglio 1933, quando un “aereomobile sconosciuto” precipita a pochi chilometri da Milano.




Il caso venne seguito dall’OVRA (il servizio segreto fascista) che, con ordine personale del Duce, impone “assoluto silenzio” sull’episodio. Il velivolo viene immediatamente trasportato negli stabilimenti SIAI-Marchetti di Vergiate.









Si dispone l’immediato fermo di tutti i testimoni, si coordina ogni eventuale nuovo episodio con l’ufficio metereologico, si predispone l’immediata rifusione dei piombi dei quotidiani che ne hanno riportata la notizia e si da pieni poteri sull’argomento ad una sezione speciale, chiamata “Gabinetto RS/33″.

Questa sezione, composta da scienziati illustri, vedeva tra i suoi massimi dirigenti Guglielmo Marconi. Il Gabinetto RS/33, dopo un periodo di studio del velivolo raccolto, incominciò a realizzare progetti di alta tecnologia.





Nel 1936 si incominciò a parlare, con il linguaggio del tempo, di un “raggio della morte” che avrebbe progettato e sperimentato proprio Marconi.

Rachele Mussolini, nel libro “Mussolini privato” racconta che nel giugno 1936 il marito le consigliò di andare sulla Roma-Ostia, aggiungendo: “Tra le tre e le tre e mezza vedrai qualcosa che ti sorprenderà…”. Donna Rachele seguì il consiglio e poco dopo le 15 di quel giorno il motore della sua auto si bloccò di colpo. La stessa cosa accadde ad altre auto e motociclette, in entrambi i sensi di marcia. In breve una trentina di veicoli si trovò bloccata. Ma dopo 20 minuti i motori ripresero a funzionare.



Lo stesso Duce lo confermerà il 20 Marzo 1945 ad un giornalista, che lo intervistò: “È vero, sulla strada di Ostia, ad Acilia, Marconi ha fermato i motori delle automobili, delle motociclette, dei camion. L’esperimento fu ripetuto sulla strada di Anzio. Ad Orbetello, apparecchi radiocomandati furono incendiati ad oltre duemila metri d’altezza.

Marconi aveva scoperto il raggio della morte. Sennonché egli, che negli ultimi tempi era diventato religiosissimo, ebbe uno scrupolo di carattere umanitario e chiese consiglio al Papa, e il Papa lo sconsigliò di rivelare una scoperta così micidiale. Turbatissimo, venne a riferirmi sul suo caso di coscienza. Io rimasi esterrefatto. Gli dissi che la scoperta poteva essere fatta da altri ed utilizzata contro di noi, contro il suo popolo quindi, e che io non gli avrei usato nessuna violenza morale, preferendo che risolvesse da solo il proprio caso di coscienza, sicuro che i suoi sentimenti d’italiano avrebbero avuto il sopravvento.

Pochi giorni dopo Marconi ritornò e sul suo volto erano evidenti i segni della tremenda lotta interiore tra i due sentimenti, il religioso e il patriottico. Per rasserenarlo, lo assicurai che il raggio della morte non sarebbe stato usato se non come estrema soluzione. Avevo ancora fiducia di poterlo convincere dell’assurdità dei suoi dubbi. Infatti lo scienziato non è responsabile del cattivo uso che si può fare della sua invenzione. Invece Marconi moriva improvvisamente, forse di crepacuore. Da quel momento temetti che la mia stella cominciasse a spegnersi…”.

Dal punto di vista dell’areonautica, i risultati degli studi del Gabinetto RS/33 sono evidenti:

Nel 1932 venne progettato questo velivolo prodotto dall’Italia nel 1934 (Fiat Cr/32):





Da confrontare con il modello progettato nel 1937 e prodotto nel 1939, il Campini-Caproni:





Questo il progetto del 1940 della “ala volante”, molto simile ai moderni velivoli USA:





Nel 1941 tutti i dati di ricerca del Gabinetto RS/33 vennero ceduti alla Germania, ad una sezione speciale della Gestapo, che nel 1942 progetto l’Horten, di seguito:






Gli ingegneri Habermhol, Miethe e Schriever e Belluzzo furono incaricati dalla Gestapo di studiare i datio relativi al velivolo sconosciuto caduto nel 1933. Dai loro studi venne il progetto per la realizzazione di un velivolo dalla forma oggi particolarmente nota: lo chimarono V-7. Il giornale d’Italia, il 24 marzo 1950 ne pubblicava i progetti, titolando “I dischi volanti furono ideati in Italia e Germania nel 1941″.

Non vennero mai realizzati, ma venne progettato il Haunebu II, collaudato nel marzo 1945









Il 17 marzo 1943 ci fu un incendio presso gli stabilimenti SIAI-Marchetti, per il quale fu internato in manicomio un dipendente dell’azienda, Moretti.

FONTI: http://centroufologicotaranto.wordpress.com/2008/11/03/ufo-guglielmo-marconi-e-raggio-della-morte-il-cover-up-degli-anni-30/
http://www.francescoamato.com/blog/2008/10/31/ufo-ufologia-marconi-e-il-raggio-della-morte-negli-anni-30-gia-i-servizi-segreti-coprivano-tutto/#more-692
http://www.edicolaweb.net/ufost09d.htm
Le Pietre di Ica
Postato : Gio, 2008-11-06 07:54 da Staff



Il Perù conta molte antiche civiltà precolombiane fra cui i Chavin, i Moche, i Chima e gli Inca ed il sito più conosciuto della regione è senza dubbio la Piana di Nazca, con i suoi misteriosi e strani giganteschi disegni. Vi è comunque una cittadina, Ica, parte dell’antico impero Chincha, relativamente piccola, situata a nord di Nazca e a circa trecento chilometri da Lima, che suscita un particolare interesse per le sue "pietre" e non perché queste siano ciclopiche, ma perché inquietanti.
A Ica vi è una pietra di troppo, nel senso che sopra queste famose pietre ("Le pietre di ICA" - Edizioni Mediterranee) si trovano incise cose considerate fuori da ogni schema tradizionale e razionale, più appartenenti alla sfera dell'impossibile.
La notorietà delle pietre è del tutto casuale, come lo fu la loro scoperta. Sembra, infatti, che pur essendo conosciute fin dal 1626, stando alle cronache dello spagnolo Pedro Simon che ne parla nel suo libro "Noticias Historiales", conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi, per anni siano state considerate un prodotto dell’artigianato locale e vendute come souvenir ai turisti, o adoperate dai nativi come ornamento per le loro abitazioni.
Fu proprio per questo motivo che, un giorno del maggio del 1966, Javier Cabrera Darqea, medico, divenuto archeologo per hobby, ebbe in regalo, da un amico, una di queste pietre scure, sulla cui superficie vi era incisa la figura di un tipo di pesce sconosciuto. Una immagine attraversò la sua mente come un lampo e si ricordò di averne già vista un’altra, quella che fu ritrovata nel corso di alcuni lavori nella proprietà della sua famiglia. Chiese, quindi, all’amico dove l’avesse trovata e venne a sapere che le pietre erano vendute dai contadini di Ocucaje; chiunque poteva collezionarle in quanto si potevano raccogliere facilmente e in abbondanza nel vicino deserto.
Da quel momento iniziò a reperirle dai contadini, a ricercarle ovunque e ne collezionò quasi 15.000. Adesso costituiscono l’attrazione del suo piccolo museo personale.
Dalle sue ulteriori indagini, il medico venne a sapere che era stato il caso a portarle alla luce nel 1961, dopo che il fiume Ica era straripato, erodendo i versanti delle colline delle Haciendes di Ocucaje e di Callago, mentre erano conosciute da molti secoli dai nativi, che usavano porle nelle tombe, ritenendole portafortuna o rappresentazioni di divinità.
Le pietre sono di andesite, risalente a ottanta milioni di anni fa, di colore grigio a causa di un'ossidazione naturale; particolarità confermata anche dagli esami mineralogici che ne avvalorano l'autenticità. L'andesite è una roccia di fiume semi cristallina risalente al Mesozoico, durissima da incidere. Ve ne sono di svariate misure, da dieci centimetri a un metro di diametro.
Si parla dell'esistenza di cinquantamila pietre, sparse fra collezioni private, nel Museo di Cabrera, in quello Regionale di Ica e quelle che detengono i contadini e che vendono ai turisti; senza contare quelle riprodotte e quindi false. Di questo aspetto parleremo più avanti.
Su di esse si ammirano mappe stellari, che paiono di altri universi, percorsi da velivoli, o meglio "uccelli" meccanici con uomini che li cavalcano e disegni uguali a quelli impressi nella vicina piana di Nazca. Disegni abbozzati, come se gli autori mostrassero più cura verso il contenuto che alla forma, come a trasmettere un messaggio, l'elenco delle avanzate conoscenze in possesso di un antico popolo; e quello che pensa Cabrera è che si tratti di una "biblioteca" antichissima.
Per questo Cabrera, nel suo museo, le ha divise per argomento: Medicina, Astronomia, Astronautica, Animali preistorici, Antichi continenti, Flora e Fauna, Razze del pianeta, Grandi cataclismi, Esodo di uomini dalla terra.
Vi sono disegnati mammut, lama e cavalli con cinque dita, estinti da tempo; ma quello che meraviglia sono le numerose immagini dei dinosauri, che vissero nell'arco di settanta milioni di anni, nell’era Mesozoica iniziata 250 milioni di anni fa. 150 pietre, anche di grande mole, mostrano varie specie di questi colossi, compreso il Tirannosauro Rex; vi sono disegnati i cicli evolutivi dello stegosauro e di un triceratopo, provando che gli animali si riproducevano, contrariamente a quanto pensavamo, come gli anfibi, e del megachirottero, un grande pipistrello, risultato oviparo e non viviparo come da sempre si è creduto. Uomini dalla testa grande e membra esili, sono ritratti mentre li cavalcano e in atteggiamenti abitualmente adottati con gli animali domestici.
A riguardo ad Acambaro, nella Sierra Madre, in Messico, sono state rinvenute strane statuette che raffigurano uomini abbigliati in foggia orientale e provvisti di varie armi, in compagnia di animali preistorici.



Nel 1945 Waldemar Julsrud, commerciante tedesco, durante un giro a cavallo nel suo ranch trovò una figurina di ceramica rossastra di questo tipo. Il suo collaboratore indigeno in poco tempo riuscì a raccoglierne una quarantina; ben presto Julsrud ne collezionò 33.000. Raffigurano dinosauri, brontosauri, serpenti, cammelli, con personaggi diversi fra loro per i volti, la statura e il vestiario. Vi si osservano figure femminili che giocano con coccodrilli e stegosauri, in chiari atteggiamenti che si assumono nei confronti degli animali domestici.
Nel 1972 furono esaminate nei laboratori americani e datate al 2500 a.C.. Circa cinquemila anni fa però non esistevano i dinosauri e, cosa assai più misteriosa, nessuno sapeva che erano esistiti.
A confermare la convivenza delle due specie restano le impronte umane fossilizzate insieme a quelle dei dinosauri. Nel libro di M.Cremo "Archeologia Proibita" vi sono svariati esempi di tali ritrovamenti.
A Carson City, nel Kentuky sono state ritrovate impronte di piedi e di calzature in uno strato antico di 110 milioni di anni. A Laetoli in Tanzania, le tracce fossili umane sono mescolate a quelle dei dinosauri. A Macoupin nell'Illinois orme umane fossilizzate si trovano in uno strato del Carbonifero e risalenti quindi a 300 milioni di anni fa.
Nel Canyon Havasupai si trovano le pitture murali di un Tirex, nel Big Sandy River quelle di uno Stegosauro.
Nel Turkmenistan una impronta umana è accanto a quella di un animale preistorico. Dalla posizione delle impronte sembra che l'uomo stesse cacciando l'animale.
Nel letto del fiume Paluxy, in Texas, paleontologi dell'Università della California hanno considerato autentiche le tracce di impronte di dinosauri e di piedi umani.
Altre impronte umane fossili in Messico, Arizona, Texas, Illinois, New Messico, Kentucky e altri stati in rocce vecchie di 250 milioni di anni.
Nella stessa Ocucaje sono stati scoperti scheletri umani vicino a quelli di dinosauri.
Le incisioni esistenti sulle pietre sono state autenticate dai laboratori in Germania come estremamente antiche.
Ritrovamenti fossili e frammenti di ossa, presenti nel luogo del ritrovamento, indicano che l'area era antica di milioni di anni.
Molte pietre mostrano figure tracciate sulla piana di Nazca che Cabrera interpreta come un antico spazio porto.
Le acqueforti sulle pietre di Ica mostrano navi sospese in un campo elettromagnetico che sembra controllato da terra e dalla nave.
Solo nel 1543 Galileo concepì il telescopio con il quale scoprì quattro satelliti di Giove e dedusse che la terra ruotava intorno al sole e non viceversa. Questo gli procurò l'accusa di eresia e ne rispose al tribunale di Inquisizione di Roma. Sulle pietre di Ica gli uomini scrutano i cieli usando un cannocchiale.
Tutti conosciamo la teoria della deriva dei continenti, illustrata da Hapgood nel suo libro, a causa dello slittamento della crosta terrestre, quello dei ghiacci e quindi del polo sud che trasformò Atlantide nell'attuale Antartide. Sulle pietre carte geografiche del globo che presentano Atlantide, Lemuria e il continente americano scoperto solo nel 1492. I geologi, servendosi dell'aiuto del computer, hanno confermato che la forma dei continenti e delle terre emerse raffigurate nelle pietre riproducono con precisione la terra come era 13 milioni di anni fa.
Si può ipotizzare che una forma di vita intelligente, simile a noi, possa aver occupato il nostro pianeta milioni di anni prima dell'uomo; oppure l'uomo potrebbe aver avuto origine molto prima di quel che si pensa. Ipotesi non accettabili perché potrebbero invalidare quanto scritto e accettato.
Va anche segnalato che William Niven trovò un petroglifo nello Yucatan, in Messico, che riportava inspiegabili masse di terra nell'Atlantico e nel Pacifico; e il ricercatore James Churchward ritrovò una tavoletta tibetana che mostrava "due continenti sconosciuti". Quattro pietre ad Ica raffigurano gli emisferi della terra, fra i quali spiccano Atlantide e di Mu.



Nella cosi detta "pietra degli astronomi" si osservano due persone mentre studiano un fenomeno celeste con un telescopio. Un oggetto volante sale verso il cielo mentre tre comete cadono; vi sono ritratte stelle con un insolito brillio; un'immensa nuvola striata, che simboleggia la pioggia, segue la coda di una grossa cometa. I continenti appaiono semi sommersi mentre una stella precipita su quello che appare come un continente, oppure una grande isola.
È la chiara raffigurazione del grande cataclisma riportato in tutti i miti dei popoli che interessò il nostro pianeta migliaia di anni fa. Le prove concrete del suo verificarsi si trovano nello strato d'iridio presente nel suolo in notevole quantità, che denota proprio un incremento dovuto alla caduta di meteoriti e non alla sola attività dei vulcani. La fascia del minerale è ben di cinquanta centimetri, quindi è facile ipotizzare che un grosso asteroide, o uno sciame di asteroidi, o la coda di una cometa, abbiano incrociato la traiettoria della terra.
Cabrera crede che le pietre siano parte di una sofisticata biblioteca, lasciata in eredità da una civiltà svanita nel nulla, la cui avanzata conoscenza tecnologica includeva "uccelli meccanici" o astronavi e navi spaziali che si muovevano nello spazio utilizzando un tipo di energia a noi sconosciuta. Questo il motivo per cui su molte pietre si osservano le terre viste dall'alto.
Della stessa opinione il direttore del Museo che ne conserva ben quattrocento e il noto scrittore e ricercatore Charroux, secondo il quale si tratterebbe di una civiltà a metà fra uomini e sauri, perché sulle pietre vi sono raffigurati esseri diversi da noi e provvisti di coda. Cosa strana, sulle pietre si osservano anche animali comparsi molti anni dopo i grandi sauri e non tutti appartenenti alla fauna delle Americhe, quali struzzi, canguri, pinguini, cammelli e altri.
Le pietre rappresentano anche un vasto e autorevole trattato di chirurgia. Vi sono riportate, con dettagliati particolari, operazioni a cuore aperto, a polmoni e reni, trapianti di cervello, tagli cesarei, trasfusioni, rimozione di tumori, nonché l'agopuntura come forma anestetica. I disegni mostrano che si tratta di pratiche più avanzate delle nostre. Le figure evidenziano apparecchi di alimentazione cardiaca e strumenti chirurgici di estrema precisione, tali da far supporre una profonda conoscenza in materia da parte di chi eseguiva o dirigeva il lavoro.
Le pietre mostrano anche l'isolamento e l'estrazione di materiale cellulare presente in una donna in stato interessante; difatti il trapianto veniva effettuato in presenza di sangue di gestante per eliminare la possibilità di rigetto, processo da noi adottato solo dal 1980.
Le pratiche chirurgiche di quel popolo sono descritte sopra pietre di grande mole, fino a un metro di diametro, e illustrano la profonda conoscenza di cui erano in possesso. I corpi sono stati raffigurati in trasparenza in modo che possano essere visibili gli organi interni, a testimonianza dell’avanzata conoscenza e a sottolineare che la struttura fisica degli individui era uguale alla nostra.
Sulle pietre anche le fasi di un trapianto di cervello riuscito, cosa per noi assolutamente impossibile a causa del grande problema di ristabilire il suo funzionamento; infatti noi siamo in grado di mantenere le sue funzioni vitali ma non di unire il cervello trapiantato al bulbo rachideo, al midollo spinale, ai numerosi nervi presenti. Quell’antica civiltà, al contrario, vi era riuscita.
Inutile dire che riguardo a Ica si parla di falsi perché un agricoltore dichiarò di averne incise 15.000 da solo. Dichiarazione non molto attendibile in quanto dovrebbe aver inciso una pietra ogni giorno per quarantun anni per produrre quella quantità. È stato anche accertato che per realizzare 50.000 pietre incise con accuratezza occorrerebbero tantissimi anni di lavoro, anche lavorando giorno e notte, e molte persone. Inoltre i contadini sospettati di averle prodotte non erano intellettualmente in grado di poterlo fare.
Perché poi qualcuno avrebbe affrontato anni di duro lavoro per seppellirle e lasciare al caso il loro ritrovamento? È difficile fornire una spiegazione esauriente e razionale alla domanda. Chi era in grado di riprodurre su di esse il mondo come poteva essere tredici milioni di anni fa? Come e quando lo ha fatto?
Alcuni nativi riproducono tali pietre e le offrono come souvenir ai turisti, alimentando un piccolo commercio vitale per la loro sopravvivenza. Se qualcuno vende un oggetto autentico deve essere arrestato e pagare multe salate, cosa che i contadini non si possono permettere. È logico, quindi, pensare che siano state dichiarate tutte false per motivi di economia locale.
La scienza ufficiale comunque le considera false perché, se una sola pietra fosse dichiarata ufficialmente autentica, si dovrebbe rivedere tutta la nostra storia, ma molte sono quelle autenticate.
Le analisi condotte sui reperti le hanno classificate antiche di dodicimila anni, ma quello che vi è inciso sopra ci conduce in un passato assai remoto, attraverso i meandri del tempo e le finestre che si aprono su un mondo mai conosciuto, solamente immaginato.
Le pietre ci sconvolgono, ci inquietano, ci affascinano, ci fanno pensare; ed è l’ultima cosa che ognuno di noi vuole fare.

http://www.edicolaweb.net/edic072a.htm

fonte:nonapritequelportale.com